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martes, 13 de septiembre de 2011

Barbie cambia sesso, in mostra ad Alicante la versione trans

Barbie cambia sesso, in mostra ad Alicante in Spagna la versione transessuale. La celebre bambola è la protagonista di una controversa mostra organizzata dalla federazione gay-lesbica ‘Decide-T’. La bambola è stata “ritoccata dal chirurgo”, spiega il giornale spagnolo Abc, non per una aggiunta di silicone ma per un intervento di cambiamento di sesso.

Senza perdere nulla delle sue forme tradizionali, le sono stati aggiunti organi inconfondibilmente maschili “per creare una nuova bambola che lascerebbe senza parole il suo fidanzato Ken”. Obiettivo dei due artisti, Andrea Cano e Manuel Antonio Velandia, è presentare “Barbie perverse e sessuali, corpi travestiti, corpi transessuali, corpi che vengono resi invisibili per negare l’esistenza di questi esseri che ci sono estranei: questo non perché lo siano veramente ma perché rifiutiamo di accettare la diversità”. La mostra è aperta fino al 28 aprile.

http://thepolloweb.blogspot.com/2010/03/barbie-cambia-sesso-in-mostra-ad.html

E in Spagna viene esposta la prima Barbie trans

Da Desperate Gay Guy
Mercoledì 31 marzo 2010


E dopo aver lanciato un Ken in versione un po’ gay, ecco arrivare in pubblico la prima Barbietrans. La federazione gay-lesbica ‘Decide-T’ ha inaugurato una discussa mostra all’università di Alicante. E sottolineano che la scelta sia dovuta ad un cambiamento di sesso (precisando il passato storico della bambola). La scelta è ben precisa: stupire Ken (che magari dopo decenni della solita minestra ha deciso di aprire un po’ gli orizzonti):
Tutto questo per creare una nuova bambola che lascerebbe senza parole il suo fidanzato Ken

I due artisti, Andrea Cano e Manuel Antonio Velandia, vogliono mostrare una realtà tutta nuova. Ecco come hanno spiegato l’idea:
Vogliamo presentare Barbie perverse e sessuali, corpi travestiti, corpi transessuali, corpi che vengono resi invisibili per negare l’esistenza di questi esseri che ci sono estranei: questo non perchè lo siano veramente ma perchè rifiutiamo di accettare la diversità

Io già mi immagino gli strali che provocherebbe, qua da noi, un semplice Gormito trans o un Cicciobello ermafrodita…
http://www.queerblog.it/post/7601/e-in-spagna-viene-esposta-la-prima-barbie-trans

Barbie trans in mostra in Spagna

Da Lorenzo Mazza
mercoledì 31 marzo 2010

La famosa bambola che ha incantato milioni di bambine negli anni ‘80 e ‘90 è stata reinterpretata in chiave transgender ed ha suscitato molto clamore quando è stata messa in mostra all’università di Alicante in Spagna.

La mostra è stata promossa dall’Associazione Decide-T, che difende i diritti di gay, lesbiche e transessuali. Barbie e il suo fidanzato Ken sono due giocattoli prodotti con uno stampo, allo stesso modo, secondo gli autori della mostra, la sessualità che viviamo è incasellata su percorsi preordinati.

Barbie e Ken, due simboli che appartengono al mondo ovattato dei giocattoli, irreale, asessuato. Due simboli rivisitati da Andrea Cano e Manuel Antonio Velandia, in mostra fino al 28 aprile ad Alicante.
http://www.artsblog.it/post/5413/barbie-trans-in-mostra-in-spagna

Barbie trans, dopo Ken omosessuale: nuove bambole per bambine

Por Marina Galatioto

La Mattel dopo aver lanciato il Ken gay propone la Barbie trans, ma le associazioni americane protestano.

Sono stati due artisti, Manuel Antonio Velandia e Andrea Cano ad inventarsi la nuova Barbie, una donna con attributi da uomo che impersona un corpo transessuale. L’idea era di rappresentare “Barbie sessuali e perverse” forse più per adulti che per bambine. Tanto che attorno alla nuova bambola sono stati creati giochi di situazioni con abiti che appositamente nascondono le diversità per mettere a nudo le problematiche.

La Barbie in questione è stata presentata ad Alicante in Spagna ad una manifestazione gay-lesbo, ma negli USA se ne parla già dal 2006. Forse questo tipo di prodotto soddisfa di più le esigenze degli adulti che di bambine con la sola voglia di giocare. L’educazione sessuale si spiega attorno a dieci anni in classe, pensare di regalare ad una bambina più piccola una Barbie trans e poi doverle spiegare perché è diversa non sarebbe facile considerata l’età.

Probabilmente questi giochi hanno più lo scopo di far entrare nel pensiero comune che l’umanità non è più divisa in uomini che sono uomini e donne che sono donne, ma che c’è stata una mescolanza di idee e propensioni. Per chi partecipa alle manifestazioni lesbo-gay avere una bambola che li rappresenta può essere la soddisfazione di aver raggiunto un obiettivo importante che porti a sradicare certi pregiudizi nei loro confronti. In America però ne è nata una polemica. Le associazioni americane per le famiglie e il presidente dell’istituto per la Famiglia e la Cultura Americana protestano sostenendo che la Mattel è stata influenzata dai gruppi “transgender”. Secondo loro fornire questo tipo di bambole ai bambini/e tra i quattro e gli otto anni, crea in loro solamente confusione. E voi? Cosa ne pensate?

Mirá quién vino a jugar


Por Carlos Silber
Viernes, 9 de abril de 2010
Página 12, Buenos aires.

Cansados de ser ignorados y maltratados por la sociedad, un fotógrafo colombiano y una artista transexual unieron fuerzas y organizaron una exhibición en España en la que la gran obra de arte es una Barbie trans.

Si le dieran a elegir un poder para ser un superhéroe por un día, el sociólogo, fotógrafo y sexólogo colombiano Manuel Antonio Velandia Mora sabe que no se inclinaría por la capacidad de ser invisible. La invisibilidad, dice el cofundador del Movimiento Homosexual Colombiano, es tan mala como la injusticia, la desigualdad, la amnesia social.

Así se entiende que este hombre exiliado en España por su orientación sexual (“salí de mi país huyendo de las amenazas de muerte de los paramilitares”, se lee en su blog http://investigadormanuelvelandia.blogspot.com insista con tanta fuerza y ahínco en exhibir lo que la sociedad quiere ocultar, meter debajo de la alfombra y hacer que no existe. Su último intento, por ejemplo, tuvo tanta repercusión mundial que aún no lo cree. “Pensé que sería noticia local”, confiesa. Todos quieren saber cómo se le ocurrió la idea de su última exposición, titulada InVisibles. Naturalezas transgresoras, en la que 34 de sus fotografías sobre elementos de la naturaleza con formas de órganos sexuales comparten espacio con una instalación de muñecas trans de la transexual Andrea Cano en la sala de arte Miguel Hernández de la Universidad de Alicante, hasta fines de abril.

Barbies con pene, Kents maquillados y mostrando sus recién reconstruidos pezones y aréolas, y osos de peluche que presumen de brillantes, aparecen unidos bajo una misma idea en esta muestra organizada por la Asociación de Lesbianas, Gay, Bisexuales y Transexuales de Alicante, Decide-T: “Aunque no me veas, aquí es-Toy”.
La cárcel de la mente
“La exposición InVisibles es un proyecto fotográfico cuyo origen tiene tres años –cuenta Velandia–. Estando en ese camino de montar la exposición se acercó a mí Andrea Cano. Ella me contó que era artista y que hacía muñecas: se había hecho su propia Barbie transexual. Al ver las muñecas y los Kents en medio de plumas, con maquillaje y peluca, pensé que no debía sólo mostrar las fotos sino invitarla a exponer una instalación.”

Icono por esencia de gays y transexuales femeninas, la muñeca que ya va por su quinta década —y que en su versión comercial, además de imponer socialmente el estereotipo de cómo “debe ser” un cuerpo, instala la invisibilidad de la genitalidad— aparece en esta exhibición “customizada” en una suerte de reivindicación histórica. Las Barbies trans, subraya Andrea Cano, son de esos juguetes que no pudo tener cuando era chico y soñaba con ser mujer.

“Hay seres que a la sociedad le gustaría negarles su existencia y por ello termina volviéndolos invisibles. Aquellos que no caben en el molde suelen ser aislados. Es importante que los chicos reciban ya en la infancia información sobre sexualidad.”
La rubia tarada
La combinación de fotografías de troncos de árboles que ante los ojos de un desprevenido espectador —con una mirada siempre sexualmente cargada— semejan erecciones o de rocas “vaginescas” con estos juguetes customizados no es casual. Las dos cargan una mirada sobre una misma realidad. En un caso se subraya la costumbre de ver la sexualidad humana donde no existe; en el otro, vuelven explícitos los cuerpos e identidades trans ahí donde nadie se esperaba verlos, en muñecos estandarizados por una sociedad que aún mira dicotómicamente a la especie humana (hombre “o” mujer), e impone esa concepción reducida desde la misma infancia.

Las muñecas Barbie quizá sean uno de los mejores objetos para leer el mundo: un envase de dimensiones imperfectas que generación tras generación se regala con un mensaje no tan oculto que atormenta: “Así es lo normal, esto es lo que debés ser o, si no, no sos nada”.

Aunque hay Barbies doctoras, astronautas, banqueras, ingenieras informáticas, abogadas, Barbie siempre es la ama de casa, la rubia tarada que no habla o que si dice algo —” ¡las clases de matemática son duras!”, gritaba la Barbie teen talk de 1992— parece Paris Hilton. Y encima no tiene sexo: ni uno ni otro ni los dos juntos.
Abre tus ojos
Velandia sabe que con su exhibición no es cuestión de ser políticamente correcto. Se trata de hacer visible la “realidad real”: una en la que transitan cuerpos travestis, cuerpos transexuales, cuerpos intersexuales, personas que no aparecen a los besos en una telenovela, ni bailando por ningún sueño.

“Incluso para los juguetes, la diversidad es posible”, remarca Velandia, a quien también le sorprende la respuesta de Mattel, la empresa fabricante de las Barbies. “Nos comunicamos con la sucursal española y nos informaron que no tenía ningún problema con la exposición y menos con la población GLTTBI.”
“Estamos impresionados positivamente de que varias personas nos hayan solicitado comprar las fotos y las muñecas –comenta Velandia–. Pero el objetivo no es comercial. Sin embargo, estamos pensado varias ofertas de diferentes países y organizaciones que desean exponer la obra. Lo único que pretendemos a través de esta iniciativa es que disminuyan los preconceptos contra los y las transexuales, que la sociedad respete ese colectivo social y advierta su existencia.”